Area riservata agli operatori aderenti al Distretto Taormina Etna

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Ai piedi dell’elegante cono dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, il territorio del Distretto Taormina Etna vanta una straordinaria eredità di reperti archeologici e capolavori architettonici. Molteplici sono i temi, seguendo i quali potrete scoprire una varietà di tesori che poche altre regioni al mondo sono in grado di offrire.
L’eroe di Itaca immortalato dal poema omerico, archetipo del genio e dell’intelletto umano alla costante ricerca della conoscenza e dell’ignoto, fu forse il primo esploratore dell’isola. La Sicilia omerica è la terra dei Lestrigoni, la patria di Calipso e secondo alcuni studiosi, dimora del ciclope Polifemo. Terra del mito, prima ancora che terra di conquista, gli scavi di Giardini Naxos, la prima colonia greca della Sicilia, fondata nel 743 a.C., ed il Teatro Greco di Taormina sono un esempio eclatante di superbi siti archeologici in grado di reggere il confronto con quelli della stessa Grecia.
L’appuntamento con la storia non si esaurisce con le rovine dell’età antica.
Numerosi sono i castelli che potrete ammirare lasciandovi affascinare dalla magnificenza dell’influenza araba del Castello di Calatabiano, dal mistero che avvolge l’intero borgo ed il Castello di Francavilla, che la leggenda vuole fondati da Carlo Magno, fino alle numerose rocche normanne.
Lungo la costa ionica messinese, inoltre, Federico II di Svevia realizzò tra i più bei castelli regi del Duecento italiano, avvalendosi del genio architettonico di Riccardo da Lentini. Da Savoca, a Randazzo vi aspettano un susseguirsi di imponenti fortezze incastonate sulla cima di colli o su speroni di roccia a strapiombo sul mare, uniche per l'originalità delle concezioni volumetriche rispetto alle rocche normanne. Da non perdere il Castello Nelson la cui storia risale al 1040, quando Giorgio Maniace, valoroso generale bizantino, costruì un convento sul luogo della battaglia dove sconfisse i saraceni. Distrutto da un violento terremoto nel 1173, la regina Margherita di Navarra volle edificare un nuovo complesso che fu donato nel 1799 all'Ammiraglio Nelson, vincitore di Trafalgar, insieme al titolo di duca di Bronte. Oggi il Castello è situato all'interno di un rigoglioso parco che ospita, nel museo all'aperto, opere in pietra lavica. Sull'ampio cortile si affacciano le stanze un tempo abitate dai Birdport, le scuderie e la normanna chiesetta di Santa Maria a Maniace.
La bellezza del paesaggio siciliano offre uno sfondo unico per l’espressione delle emozioni e della creatività. Ne erano consapevoli grandi cineasti del calibro di Pasolini, Straub-Huillet e Jean Epstein che hanno raccontato l’Etna esplorandone il mito, il fuoco celeste o la spiritualità perduta nel mondo odierno, la natura incontaminata, le intemperanze e le passioni della sua gente.
Non solo il vulcano, ma l’intero territorio è stato immortalato dalla settima arte: Francis Ford Coppola ha girato a Savoca alcune delle scene più belle de "Il Padrino" Parte II; a Taormina Roberto Benigni ha ambientato e parzialmente girato Il "Piccolo Diavolo", il catanese etneo fa da sfondo alla "Storia di una Capinera" di Franco Zeffirelli. Sono solo alcuni tra i capolavori di cui potrete rivivere la sceneggiatura naturale.
Conosceva bene la sua terra Leonardo Sciascia che nel suo “Il giorno della Civetta” descrive la Sicilia come "Donna anche lei: misteriosa, implacabile, vendicativa; e bellissima".
Non occorre essere intellettuali siciliani per restare affascinati e sedotti dal territorio del Distretto Taormina Etna. Prima del ‘900, solo per restare nell’età moderna, lo scrittore romantico Wolfgang Goethe trovava alle pendici dell’Etna il senso intero del suo Grand Tour, immortalato nel suo Viaggio in Italia.
Nel 1884 fu la volta di Jules Verne, che a bordo del suo fastoso veliero, con il quale compiva il giro del Mediterraneo, approdava a Catania come prima tappa siciliana, riportando della città e dei suoi dintorni una minuziosa descrizione nel "Mattia Sandorf".
Pochi anni dopo tocca al già famoso Guy de Maupassant restare senza fiato di fronte allo spettacolo dell’alba dalla cima dell’Etna, descritto nell’opera "La Vie Errante".
Non solo lettere ma anche grande musica: dalla sua terra, infatti, Vincenzo Bellini trasse ispirazione per la struggente "Norma".
Se siete alla ricerca della vostra ispirazione, non abbiate timore di trovarla anche voi qui.
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